Moruzzo – Iniziative assistenziali, un sostegno alle nuove fragilità in tempo di pandemia

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La situazione di emergenza e di crisi che siamo stati costretti a vivere in questo periodo con la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, ha imposto a numerose famiglie o singoli cittadini di dover affrontare problematiche economiche, in conseguenza di una riduzione di reddito o ancor peggio di perdita del lavoro. A questi, grazie alle importanti misure adottate dal Governo per fronteggiare l’emergenza e a fondi nostri, è stato possibile richiedere allo sportello Assistenza del Comune un contributo in buoni spesa fino ad un massimo di 500 euro mensili per famiglia e 200 euro mensili per i singoli.

Durante la prima ondata di pandemia sono stati distribuiti 584 buoni del valore di 25 euro ciascuno, a farne richiesta sono stati 26 utenti. 

Con l’arrivo della seconda ondata di contagi e la conseguente introduzione della nostra regione in zona inizialmente arancione e poi rossa, purtroppo le difficoltà economiche di alcune famiglie si sono ripresentate. Prontamente sono stati inviati dal governo dei nuovi stanziamenti dello stesso importo di quelli precedenti ed è stato nuovamente possibile farne richiesta seguendo gli stessi criteri per l’assegnazione già adottati in precedenza.

Al momento attuale, nel 2021, sono stati distribuiti ulteriori 195 buoni del valore di 25 euro ciascuno, a farne richiesta è stato un numero inferiore di utenti rispetto al 2020.

Credo sia doveroso segnalare la sensibilità dimostrata dai supermercati Coop di Fagagna e Crai di Ceresetto che ci hanno restituito il 10% del loro valore incrementando così di circa 2.000 euro il fondo che avevamo a disposizione.

Un ringraziamento particolare al personale dell’ufficio Servizi Socio-Assistenziali del Comune per la preziosa attività svolta, e alle operatrici del Servizio Sociale dei Comuni, che si sono messe a disposizione per tenere monitorate le famiglie in difficoltà per il conseguente sorgere di ulteriori emergenze economiche, quali il pagamento di utenze, affitti, mutui, permettendoci di intervenire con gli aiuti nelle situazioni più bisognose.

A tutto questo si sono aggiunti, a livello generale, dei faticosi cambiamenti nel proprio stile di vita.

La condizione di limitare il contatto con le persone, l’isolamento imposto durante il lockdown in particolare, necessari per tutelare la salute di tutte le persone, vengono compresi e accettati con grande senso di responsabilità ma molto spesso hanno fatto sentire le persone impotenti, bloccate, sole, stressate, impaurite, delle volte anche arrabbiate. Per questo motivo abbiamo aderito al progetto di Aspic Fvg che offre uno sportello di ascolto e sostegno gratuito dedicato alle persone che in questo momento di difficoltà ha sentito di averne bisogno. A questo si è affiancato il servizio dell’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale, che con l’aiuto di psicologi dei territori di San Daniele e Codroipo ha offerto  un servizio gratuito di ascolto e consulenza telefonica per gli operatori di cura, specialmente se esposti in prima linea all’emergenza in atto, per i pazienti ricoverati affetti da COVID-19 e per i loro familiari, per le persone in quarantena, e in generale per tutti i cittadini in difficoltà.

Con la Fase 2 iniziata a partire dal 4 maggio 2020, alcune aziende e attività commerciali sono ripartite, tanti genitori sono tornati a lavorare o hanno continuato a lavorare in smart working.

Ma senza asilo e scuola, e, in alcuni casi, senza nemmeno poter contare sui nonni, molte famiglie hanno avuto difficoltà a conciliare la vita professionale con la gestione dei bambini, sia per chi ha bimbi più piccoli alla cui cura è necessario dedicarsi sia per chi ha bambini in età scolare che hanno bisogno di supporto per compiti e accompagnamento scolastico on line.

Per questo è stato creato, grazie anche al suggerimento arrivato proprio da alcune famiglie del territorio, il “Progetto babysitter”. Si è trattato di raccogliere e creare un elenco di persone residenti dove domanda e offerta si sono potute incontrare. I genitori che ne hanno fatto richiesta hanno preso contatto personalmente con le/i babysitter iscritti nell’elenco e hanno gestito interamente e privatamente il rapporto di collaborazione. Il comune ha finanziato con fondi propri un corso per babysitter che si è svolto on line dedicato agli iscritti negli elenchi.

 

 

 

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