Finalmente il CAP inizierà ad essere utilizzato per gli scopi presenti nel contratto di comodato stipulato con l’Azienda Sanitaria nel 2014.
è stato infatti definito recentemente, dall’Azienda Sanitaria stessa, che il primo piano della struttura diventi spazio per progettazioni a cura dei Servizi per le Disabilità dell’ASUFC.
Il Servizio sarà dedicato allo sviluppo di progettualità in favore di giovani adulti con Disturbo dello spettro autistico. Scelta motivata dalla sempre più crescente necessità di far fronte all’intensificarsi di situazioni di autismo sul territorio per le quali devono essere previste risposte specifiche sul piano abilitativo e per la realizzazione di progetti di vita appropriati.
L’Azienda si sta occupando di arredare e di attrezzare lo spazio, in maniera da garantire determinati canoni di funzionalità e di sicurezza per la realizzazione di programmi in forma diurna, con l’eventuale sperimentazione di progetti di residenzialità temporanea per lo sviluppo dell’autonomia abitativa.
Il primo piano del CAP, infatti, si presenta strutturato in maniera ottimale per questo tipo di percorsi progettuali, attraverso apposite stanze per lo svolgimento di attività educativa e per il vivere quotidiano, in grado di accogliere fino ad un numero massimo di otto progettualità in forma diurna e di due progettualità di residenzialità temporanea. Le diverse azioni saranno realizzate dal Gruppo tecnico di coordinamento dei Servizi per le disabilità di ASUFC attraverso l’individuazione di educatori professionali formati nell’ABA (Applied Behaviour Analysis – Analisi Applicata del comportamento) e nelle problematiche riguardanti i Disturbi dello Spettro Autistico.
Per quanto riguarda il piano terra del CAP, la Regione, in accordo con l’ASUFC, ha individuato che lo stesso venga adibito a Casa di Comunità Spoke, una delle novità del modello organizzativo di assistenza del sistema sanitario regionale derivante da quanto previsto dal PNRR.
Si tratta di una struttura in cui si troveranno a collaborare diverse professionalità: medici di medicina generale, medici specialisti, infermieri e fisioterapisti.
Ad oggi non si conoscono le tempistiche di attuazione di questo modello organizzativo: durante i diversi contatti avuti con l’azienda stessa è sempre emersa la criticità in cui si trova l’Azienda, relativa al reperimento di specifiche figure professionali.
L’ASUFC, inoltre, attende che venga concluso un accordo nazionale, di natura contrattuale, che contempli che il medico di medicina generale, oltre a lavorare nel proprio studio secondo il proprio orario, dedichi 2 ore alla settimana alle Case di Comunità: in tal modo, unendo le forze dei diversi medici dislocati nel distretto, potrebbe essere fornita una copertura di 12 ore al giorno sulle Case di Comunità, andando così a decongestionare i presidi ospedalieri territoriali.
L’auspicio dell’Amministrazione e di tutti i cittadini è quello di poter giungere, quanto prima, ad un pieno utilizzo della struttura, nella quale sono stati recentemente fatti importanti investimenti economici con la posa in opera di una copertura per porre rimedio al deperimento causato dalle infiltrazioni; è stato inoltre attuato un efficientamento energetico, sia attraverso il miglioramento dell’isolamento termico, che attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici (10kW).